APPUNTI DI CINEMA: NOAH di Darren Aronofsky
Recensione di Dhany Coraucci
A volte a un film si associa spontaneamente un suono. A NOAH io associo d'istinto …. MAH! Tetro, cruento e costantemente inabissato in una luce livida, è urticante sotto tutti i punti di vista. Da una colossale produzione in 3D io non mi aspetto sicuramente fedeltà nel trasporre le Sacre Scritture, e nemmeno mi interessa che non vi sia. Ma che siano stati introdotti i Vigilanti (ovviamente assenti nella Genesi), deformi giganti di pietra del tutto simili ai mostri di Transformers, i quali rappresentano i “buoni” che si alleano al pavido Noè e combattono con lui a suon di pietrate i “cattivi”, cioè gli uomini, è veramente ridicolo, al punto che il personaggio meno detestabile è proprio Tubal-cain (Ray Winstone) il cattivo per eccellenza, comandante dei discendenti di Caino, l'unico che riesce a intrufolarsi nell'arca durante il diluvio universale (ma guarda!) e che giustifica l'ennesimo, feroce combattimento finale, di certo non l'immarcescibile, grassoccio Russel Crowe con la sua pedante rettitudine e la sua aria sofferente, che ci affligge per tutta la durata del film. Se il regista abbia voluto magnificare la Creazione, non so proprio in che modo: la scenografia è greve, i lugubri costumi sembrano rubati al set di Interceptor, i soliti paesaggi delle steppe islandesi utilizzati in tutti i film apocalittici sono belli ma non ispirano alcuna rinascita né gioia, tutt'altro, e infine gli animali, santificati (il che mi sta benissimo) i quali giungono in massa all'arca, purtroppo vengono addormentati immediatamente così la scena che doveva essere la più emozionante è anche la più trascurata. E poi, per favore, toglietemi di torno una volta per tutte Emma Watson che è davvero bruttina e non sa recitare, è lei la madre salvatrice dell'umanità, lo credereste??!! Non c'è da stupirsi che il progetto divino sia naufragato così sconsolatamente. A concludere questo (in)degno pasticcio indigesto, direttamente dall'oltretomba, la voce mortifera di Patti Smith nei titoli di coda che, come qualcuno di voi sa, io considero la più brutta e sopravvalutata poetessa del globo terrestre. Rimpiango la struggente disperazione di The Wrestler e la dolente perfidia de Il Cigno Nero, due film di Aronofsky che ho amato moltissimo.Trailer:
.